Dragon Age: The Veilguard, primo contatto con il gioco di ruolo di BioWare

Tutto quello che abbiamo appreso sul prossimo capitolo della serie fantasy.

Dragon Age: The Veilguard, primo contatto con il gioco di ruolo di BioWare

Dragon Age: The Veilguard ha attraversato una fase a dir poco movimentata: dopo la controversa decisione di cambiare il titolo, il trailer di due minuti mostrato nelle scorse settimane ha raccolto opinioni sfavorevoli. BioWare ha rapidamente messo una pezza con un nuovo teaser di venti secondi che è stato accolto molto più positivamente - un'altra svolta in quello che è stato un decennio di montagne russe per il franchise dopo Dragon Age: Inquisition.

Di recente ho assistito alla presentazione di Dragon Age: The Veilguard, durata un'ora, in cui mi sono stati mostrati l'editor di personaggi, un'ampia parte del gameplay e il sistema di combattimento. La director Corinne Busche ha anche avuto modo di rispondere ad alcune delle mie domande sulle relazioni "romantiche" e sull'esplorazione presenti nel gioco.

Innanzitutto, la grafica: utilizzando l'ultima versione del Frostbite Engine, stando a una fonte pare che The Veilguard punti ai 60 frame al secondo. In un'altra occasione, però, un rappresentante di EA ha dichiarato che: "Dragon Age: The Veilguard su console offrirà sia la modalità Prestazioni, sia quella Qualità per garantire che i giocatori possano scegliere la fedeltà visiva che preferiscono. Avremo maggiori informazioni sulle prestazioni esatte al termine dello sviluppo, durante i prossimi mesi".

A prescindere dalla fedeltà, è evidente che The Veilguard graficamente è pesantemente stilizzato, e il fatto che questo aspetto piaccia o meno è soprattutto una questione di gusti. Vale la pena sottolineare che Dragon Age è sempre stato un tripudio di stili artistici e non sono credo che la serie debba tornare al taglio sanguinolento dell'originale. Ciò che conta per me è la pulizia e un senso di identità coeso, e sotto questo aspetto The Veilguard sembra una logica evoluzione di Inquisition, che a sua volta era piuttosto stilizzato. Inoltre, finalmente i personaggi sfoggiano delle belle capigliature.

All'ombra di Mass Effect 2

Ci sono molte strizzate d'occhio ai fan di vecchia data, tra cui il ritorno di Varric, che Busche definisce "l'Obi-Wan Kenobi del franchise", oltre ad alcuni "camei da urlo". È Varric a narrare la sezione iniziale della storia, ripercorrendo gli eventi dei giochi precedenti e spiegando le motivazioni di Solas, alias "il Lupo maledetto". Sebbene quella di The Veilguard sia ancora una volta una storia autonoma, con Rook che si unisce all'Egida del Velo e Hawke e all'Inquisizione, la trama inizia in media res, mentre il gruppo di eroi cerca di fermare Solas prima che faccia a pezzi la barriera che separa Thedas dal mondo degli spiriti.

"Vogliamo farvi entrare subito nel vivo", spiega Busche. "Soprattutto nei giochi di ruolo, che possono essere molto pesanti dal punto di vista narrativo con un sacco di spiegazioni all'inizio e la necessità di ricordare i nomi propri, una scelta del genere può risultare davvero travolgente".

Quello che segue è fondamentalmente un lungo segmento a base d'azione, mentre i personaggi principali attraversano Minrathous, una città sotto l'assalto dei demoni (questo è un altro grande momento per i fan, che da tempo aspettano di vedere la capitale dell'Imperium Tevinter). Anche se non è saggio trarre troppe conclusioni da una sezione così breve, è normale chiedersi quanto sarà lineare The Veilguard.

"È un gioco basato sulle missioni. Tutto è curato a mano, artigianalmente", dice Busche, sottolineando un punto che ricorrerà più volte nel corso della presentazione. "Crediamo sia così che si ottiene la migliore esperienza narrativa, la migliore esperienza momento per momento. Tuttavia, lungo il percorso, i livelli che andiamo a visitare si aprono e alcuni di essi offrono una maggiore esplorabilità di altri. Percorsi alternativi ramificati, misteri, segreti, contenuti opzionali da trovare e risolvere; quindi sì, l'avventura si espande, ma resta pur sempre un gioco basato su missioni ed estremamente curato".

Alla domanda di ulteriori dettagli sulle missioni secondarie e sui contenuti opzionali, Busche ha risposto: "Alcuni di essi sono [altamente curati], soprattutto quando riguardano le motivazioni e le esperienze dei compagni. È un viaggio davvero corale. In altri casi, si indaga su una famiglia scomparsa... e l'intera palude è a vostra disposizione: si cercano indizi, si trova un modo per risolvere il mistero dietro la sparizione; non c'è una soluzione unica per tutti. Ma voglio sottolineare che il nostro approccio è artigianale e curato".

Inevitabili i paragoni con Mass Effect 2, laddove il Faro potrebbe fare le veci della Normandy, ma suppongo che una riflessione del genere abbia senso solo alla luce del rapporto unico tra i due franchise. I fan ricorderanno che Dragon Age: Origins era fondamentalmente una continuazione dell'eredità GdR isometrica di BioWare su PC; Mass Effect 2 seguì appena un paio di mesi dopo, raccogliendo le lodi della critica per il suo passaggio alle meccaniche da sparatutto in terza persona. Da allora, BioWare ha privilegiato l'azione rispetto ai GdR puri, e l'ultimo Dragon Age non è da meno.

Ma il legame di The Veilguard con Mass Effect 2 è forse ancora più profondo: la storia di Mass Effect 2 era incentrata su Shepard che reclutava compagni da tutta la galassia, in stile Quella sporca dozzina, prima di imbarcarsi in una missione suicida in cui ogni personaggio rischiava di morire: una delle avventure più famose della storia dei videogiochi.

Busche lascia intendere che qualcosa di simile potrebbe essere presente in The Veilguard. Alla domanda se il gioco sarà caratterizzato da permadeath, Busche ha detto: "Non voglio fare spoiler, ma è possibile. Nella porzione che abbiamo visto ovviamente non è morto nessuno, ma in una situazione del genere possono esserci feriti; se i compagni sono pronti a scendere in campo con te la situazione diventa più pericolosa, e si può perdere qualcuno lungo la strada".

Il rapporto tra il sistema di combattimento e l'azione

Date queste premesse, parliamo un po' del sistema di combattimento di Dragon Age: The Veilguard, che riducendo le dimensioni del party da quattro a tre membri diventa più action che mai. È dotato di ciò che Busche definisce "sofisticato annullamento e ramificazione delle animazioni", con un design incentrato sulla schivata, sul contrattacco e sull'uso di attacchi di carica con elementi rischio-ricompensa progettati per rompere gli strati di armatura dei nemici. Gran parte della strategia risiede nella ruota delle abilità, che "blocca" l'azione attraverso la pressione di un tasto dorsale consentendo di impartire gli ordini che si ritengono opportuni. In particolare, i compagni possono essere equipaggiati come unità di supporto e guaritori, un aspetto che Busche definisce molto richiesto dei giocatori dopo Inquisition.

"Il sistema di combattimento rappresenta una sfida interessante perché, come sapete, ogni Dragon Age ha reinventato le proprie battaglie in qualche misura", spiega Busche. "Naturalmente la strategia è sempre la spina dorsale dell'esperienza, ma tra i fan dei giochi precedenti e l'arrivo di una nuova generazione, dovremo accontentare una base di utenti piuttosto eterogenea".

Pur concendoci relativamente pochi dettagli, Busche accenna ad alcune delle strategie più profonde del sistema di combattimento. A quanto pare, le debolezze e le resistenze giocheranno un ruolo importante nelle battaglie e le abilità saranno progettate per sfruttarle di conseguenza. Un personaggio potrebbe essere in grado di scagliare un debuff indebolente su un nemico, mentre un altro di farlo esplodere. Allo stesso modo, i legami che Rook stringe con compagni come Neve, una detective, e Harding, che torna da Inquisition come alleato a tutti gli effetti, determinano la crescita dei membri del party e le abilità disponibili. Questi legami sono a loro volta determinati dalle scelte che si fanno utilizzando la famosa ruota dei dialoghi di BioWare, che ritorna per The Veilguard.

Mi ha rincuorato vedere quanta profondità si è fatta strada nel sistema di combattimento, che a sua volta vanta una fluidità assente in Dragon Age: Inquisition. Il sistema include inoltre specializzazioni individuali per ogni classe tra cui Duellante, Sabotatore e Saltatore del Velo, oltre a una trama generale basata sulla fazione scelta. I giocatori abituati a seguire le storie secondarie saranno felici di sapere che questa volta queste avranno un impatto maggiore sui dialoghi.

Dopo tutto sono i personaggi che determineranno il successo di Dragon Age: The Veilguard. Larian ha rubato parte della scena a BioWare con Baldur's Gate 3, ma resta comunque lo studio che ci ha dato Leliana, Liara e Varric, tra i tanti, e che ha praticamente inventato le relazioni romantiche nei giochi di ruolo come le conosciamo oggi. Dopo il primo trailer ufficiale, infatti, le fanart di Lucanis hanno già iniziato a dilagare sui social media.

"Ognuno dei compagni con cui si viaggia ha storie complesse, problemi propri e motivazioni profonde. E queste si sviluppano attraverso archi davvero ben delineati; missioni che sono uniche per loro, ma che alla fine si collegano alla storia più ampia", dice Busche. "E lungo il percorso prenderemo decisioni specifiche che a volte influenzeranno la personalità dei personaggi, altre saranno piuttosto strazianti - ho pianto più di una volta - o gioiose".

Anni fa mi trovavo in compagnia di Mike Laidlaw mentre parlava dell'enorme quantità di lavoro che David Gaider, Ben Gelinas e altri scrittori hanno svolto per strutturare il mondo di Dragon Age (Gaider, va detto, è molto attivo su X e sta sicuramente prestando attenzione a The Veilguard). Questo sforzo ha fatto sì che la serie si guadagnasse una fanbase duratura, nonostante sia rimasta in pausa per più di un decennio. Busche, un'appassionata di RPG che ha dichiarato di aver amato Baldur's Gate 3, ne fa parte. "Sono stata una fan di tutti e tre i giochi per motivi diversi, ma Origins è il momento in cui mi sono innamorata del franchise", dice.

Quando The Veilguard arriverà nel corso dell'autunno (non abbiamo ancora una data di uscita precisa) non sarà solo un grande momento per BioWare, ma anche per gli appassionati. I fan di Dragon Age che conosco, molti dei quali sono donne, sono palesemente eccitati all'idea di riavere questo franchise nelle loro vite dopo tanta attesa. naturalmente è troppo presto per dire se Dragon Age: The Veilguard sarà all'altezza delle aspettative, ma senz'altro è bello tornare finalmente a Thedas dopo tutti questi anni.

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