Il caso in Vaticano

Delitto di scisma, che cos'è e che cosa si rischia

È uno dei delitti più gravi per la Chiesa e ne dovrà rispondere monsignor Carlo Viganò per le accuse contro papa Francesco
Papa Francesco
Papa FrancescoVatican Media via Vatican Pool/Getty Images

Il dicastero per la Dottrina della Fede del Vaticano ha convocato monsignor Carlo Maria Viganò per rispondere alle accuse di delitto di scisma, uno dei crimini più gravi nella Chiesa cattolica. L'ex Nunzio apostolico negli Stati Uniti, noto per le sue dure critiche a papa Francesco, ha affrontato un processo penale extragiudiziale. Successivamente a questo procedimento, che si è chiuso il 4 luglio, monsignor Viganò è stato scomunicato.

Cos'è il reato di scisma

Si tratta di uno di quei delitti che vengono commessi contra fidem, e che consiste nel rifiuto di sottomettersi al Papa o alla comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti. Diversamente dall'eresia, che riguarda la negazione della verità di fede, lo scisma si caratterizza per la negazione del primato papale e dell'unità ecclesiastica. Monsignor Viganò ha dichiarato pubblicamente di non riconoscere né papa Francesco né il Concilio Vaticano II.

Le accuse

Le sue invettive contro papa Francesco riguardano alcuni passaggi del suo pontificato la presunta adesione al globalismo, la promozione dell'immigrazione incontrollata, la benedizione delle coppie omosessuali e le "deliranti encicliche" sull'ambiente. Monsignor Viganò critica, inoltre, l'apertura alla Cina e le presunte corruzioni e scandali interni alla Santa Sede, nonché l'adesione alla vaccinazione durante la pandemia. L'arcivescovo, dal canto suo, si è detto "onorato" delle accuse, sostenendo che nessun cattolico dovrebbe essere in comunione con la “chiesa bergogliana”.

Cosa rischia

Il cardinale Victor Manuel Fernández, a capo del Dicastero, ha sottolineato che le affermazioni pubbliche di Viganò costituiscono una negazione degli elementi fondamentali per la comunione con la Chiesa cattolica, inclusa la legittimità di papa Francesco e il Concilio Vaticano II. La pena per il delitto di scisma può essere la scomunica, e nei casi più gravi, la dimissione dallo stato clericale. Proprio la scomunica è stata la condanna emessa contro il prelato. Negli ultimi anni, Viganò ha attaccato frequentemente il pontefice, chiedendone anche le dimissioni. Inoltre, le sue dichiarazioni politiche, come quelle sulla vittoria di Giorgia Meloni in Italia, dimostrano la sua continua influenza e controversia all'interno e fuori dalla Chiesa cattolica.

Le ragioni della scomunica

"Sono note le sue affermazioni pubbliche dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell'autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II", sottolinea l'ex Sant'Uffizio nel testo di motivazione della scomunica per delitto di scisma emessa contro Viganò. All'esito del processo penale, scrive ancora il dicastero per la Dottrina della Fede, "mons. Carlo Maria Viganò è stato riconosciuto colpevole del delitto riservato di scisma. Il Dicastero ha dichiarato la scomunica latae sententiae". "La rimozione della censura in questi casi è riservata alla Sede Apostolica", si spiega ancora nella nota con la quale l'ufficio di Oltre-Tevere informa che la decisione è stata comunicata a Viganò nella giornata di venerdì 5 luglio.